Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo: lettera di Pasqua alla comunità

Carissimi Amici,

«Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo».

Con le parole del salmo 118 e parafrasando il messaggio urbi et orbi del beato papa Paolo VI della Pasqua del 1965, presto santo e pontefice a me carissimo, vorrei riannunciare, in questa Pasqua 2018, il nucleo centrale della nostra fede.

Cristo è risorto!

Cristo ha vinto la morte!

Cristo ha mantenuto la parola profetica della sua risurrezione.

Cristo, il Signore, vive e vivrà per sempre.

Questo messaggio diventa ancora più sorprendente, perché Cristo è risorto non solo per Sé stesso ma per tutti noi! Infatti, «la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo».

Cristo è, dunque, la pietra angolare, il primo dei viventi, ma tutta l’umanità, in Lui credente e a Lui congiunta, è divenuta pietra viva: è introdotta così nel Regno, che Lui, primogenito di quanti gli sono fratelli, ha inaugurato per noi! Il mistero della Pasqua non riguarda, perciò, soltanto Gesù, in quanto Figlio di Dio. Ma in quanto Figlio dell’Uomo, il mistero della Pasqua riguarda noi tutti, figli degli uomini, diventati in Lui figli di Dio. È un mistero iniziato in noi col Battesimo; è un mistero confermato con la Cresima; è un mistero che giunge a pienezza nella Santissima Eucarestia. E in questa sua pienezza, il mistero diventa pegno d’immortalità per il giorno ultimo che certamente verrà.

Ancora.

Se Cristo è risorto, questo mistero risolve ogni altra parola umana.

Perché illumina ogni parola cieca, che riconosce solo alla morte un definitivo trionfo.

Perché chiarisce ogni parola dubbiosa, che non conosce altro tempo che quello presente.

Perché filtra ogni parola grave sui mali dell’esistenza, che sembra tanto più vera quanto più pessimista.

Certamente nella Pasqua ci è predicata anche la pedagogia della croce. Ma essa diventa una scuola propedeutica per l’ultima parola trionfante, che è quella della vittoria della vita. Come dichiara l’apostolo Paolo: «voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria».

L’ottimismo cristiano, dunque, vince.

La felicità esiste e si può conquistare.

La pienezza del nostro essere, dispiegato in tutta la sua potenziale perfezione, accresciuta anzi dalla capacità sopraggiunta di amare come il Figlio di Dio, ci è assicurata dal Figlio di Dio.

Speranza e gioia non possono che caratterizzare la vita spirituale dell’uomo fondato in Cristo.

Questo ci consente di agire, vincendo ogni inerzia pessimistica.

Ma questo proietta sulla nostra vita una luce confortante e benefica.

Una luce che rischiara e che fa apparire la nostra esistenza per quello che è: opera, dono, simbolo, specchio di Dio.

Una luce, positiva e ottimista, che illumina i nostri cuori.

È vero: nessuno dubita che il cuore dell’uomo tende alla vita, si apre alla crescita, aspira alla beatitudine.

Ma nessuno dubita altrettanto che la stessa aspirazione, inasprita da talune conquiste, che ci fanno avido di nuovi progressi, crea nel suo cuore vuoti desolanti, angosce paurose, pessimismi radicali, incertezze finali, che rendono l’uomo profondamente infelice.

Ebbene, il conforto, la fiducia, la forza di rinnovamento possono venire a noi tutti dallo Spirito della Pasqua.

È lo Spirito della Pasqua che suscita dalla città terrena la città celeste, e per ciò vivifica gli ideali e gli sforzi dell’uomo verso l’amore di Dio sempre operante. Così come dice l’apostolo Paolo: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio»

Da annuncio, infine la Pasqua si fa augurio.

E da augurio, la Pasqua diventa profezia di una rigenerazione della nostra storia in vista della risurrezione della vita umana nell’eternità.

Perciò, confortatati da questa speranza certa: «rendiamo grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre».

Sì, «la destra del Signore si è innalzata».

Sì, «la destra del Signore ha fatto prodezze.

Sì, «non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore».

Cristo è risorto!

Sì, ne siamo certi, Cristo nostra speranza è Risorto e ci precede in Galilea.

Buona Pasqua!

vostro padre Marco