Il silenzio di Hiroshima e il grido del Papa: Francesco ha definito un “attentato che grida al cielo” i soldi spesi per costruire gli armamenti atomici
È stato un grido che ha rotto il grande silenzio in memoria delle vittime di Hiroshima e Nagasaki. La decisa condanna non solo dell’uso ma anche del possesso degli armamenti atomici che Francesco ha pronunciato dai due luoghi simbolo dell’olocausto nucleare della Seconda guerra mondiale segna un ulteriore passo nel magistero sociale della Chiesa. A Nagasaki, nell’Atomic bomb Hypocenter Park, il Papa ha affermato che la pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale. Ha definito «un attentato continuo che grida al cielo» i soldi spesi e le fortune guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi, sempre più distruttive, nel mondo di oggi «dove milioni di bambini e famiglie vivono in condizioni disumane». E ha denunciato l’erosione dell’approccio multilaterale, fenomeno ancora più grave di fronte allo sviluppo delle nuove tecnologie delle armi che sta facendoci rotolare verso la Terza guerra mondiale, anche se per il momento combattuta «a pezzi», come ricorda sovente lo stesso Francesco. Continua la lettura dell’editoriale di Andrea Tornielli – sul sito di Vatican News.