Bari 2020. Incontro Mediterraneo, l’urgente nave della carità

Per capire l’incontro che si apre oggi a Bari bisogna partire da un biglietto. Dalla riflessione che le agostiniane di Pennabilli hanno consegnato al presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. «Dove la carità non fa da nave – hanno scritto le monache – ad affondare non sono solo i barconi, ma è la nostra umanità». Poche righe che riassumono tutto. A partire dallo scenario, il Mediterraneo, indicato nel titolo dell’evento pugliese come “frontiera di pace”. Che significa perimetro e insieme approdo di un sogno di vita nuova. Ma anche, di volta in volta, confine da superare, strada verso la salvezza, avvio, base per la costruzione di un ponte di fraternità. Un canale di speranza che spesso ostilità e indifferenza hanno trasformato in luogo di disperazione e di naufragio, in muro del pianto, in cimitero a cielo aperto senza croci e senza preghiera. Se n’è parlato così tanto che molti al minimo accenno provano fastidio. Ma come, ancora profughi, rifugiati, richiedenti asilo? Certo, ancora. Perché anche una sola vittima è troppo, perché i bisogni non vanno in vacanza, perché l’umana accoglienza è un dovere non una gentile concessione. Continua la lettura dell’articolo di Riccardo Maccioni sul quotidiano Avvenire