La Cei: in preghiera per il Paese il 19 marzo, festa di San Giuseppe
Miei cari,
In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta.
In chiesa parrocchiale abbiamo esposto il quadro con l’immagine del Santo, come ogni anno: è uno santi invocato contro le epidemie e le pestilenze.
Ecco la preghiera che la pietà popolare ci ha insegnato a recitare a San Giuseppe, durante tutto il mese di marzo.
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.
Questa preghiera fu apposta da Leone XIII in calce all’enciclica Quamquam pluries del 15 agosto 1889. La devozione a san Giuseppe, già dichiarato patrono della Chiesa universale dal beato Pio IX l’8 dicembre 1870, fu particolarmente sostenuta da Leone XIII che, eletto papa il 20 febbraio 1878, mise fin dall’inizio il suo pontificato «sotto la potentissima protezione di san Giuseppe, celeste patrono della Chiesa». San Giuseppe con San Michele arcangelo sono i patroni del Vaticano.
Tantissimi santi hanno invocato San Giuseppe , tra cui si ricorda santa Teresa d’Avila, la grande, di cui moltissimi conoscono le parole, divenute un ritornello che si canta a Taizè e si intitola Nada te turbe.
A Novara in Duomo esiste la Cappella di San Giuseppe con la tela di Carlo Francesco Nuvolone raffigurante l’Adorazione dei Magi (tela che venne commissionata a sostituzione della pala del Tiziano andata perduta a causa di un incendio nel XVII secolo). Quando l’antico Duomo fu distrutto e ricostruito gli affreschi rimasti, vennero fortunatamente recuperati e riposizionati nella cappella del Lanino (in Sacrestia, per capirci, dove si celebra la messa feriale), che ha la bellezza e l’intimità di un piccolo salottino, che invita al silenzio, alla meditazione e alla preghiera. Questa era ed rimane una delle più importanti devozione dei novaresi, se non la prima, a partire dal XVI secolo, quando Novara fu liberata dalla peste e poi dalle epidemie frequenti, tanto che in ogni chiesa parrocchiale della nostra diocesi esiste un immagine o un altare o una cappella a lui dedicata, proprio a partire da questa specificità di San Giuseppe.