Fase 2 e distanziamento sociale, conseguenze psicologiche a lungo termine

La paura del contagio da Covid-19 e le disposizioni governative hanno costretto tutti a cambiare radicalmente comportamenti e abitudini. E se lavarsi bene le mani è una consuetudine sana che si dovrebbe sempre seguire, di altra natura ed effetto sono quelle pratiche che oggi utilizziamo e che ci allontanano gli uni dagli altri, creando isolamento, insicurezza e per alcuni anche paura.
Siamo ormai abituati ad indossare i dispositivi di protezione personale ogni volta che usciamo da casa. Manteniamo le distanze di sicurezza, non salutiamo più stringendoci la mano, niente abbracci, solo fretta di allontanarci per evitare il rischio di contagio da coronavirus. Sono comportamenti che teniamo da settimane e che da oggi, inizio della cosiddetta Fase 2 in Italia e non solo, in cui ripartono molte attività lavorative che richiederanno comunque le distanze di sicurezza e l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi. Questi comportamenti provocheranno con il tempo l’insorgenza di problemi psicologici? Gli esperti prevedono un aumento di richieste di sostegno, come racconta Luigi Janiri, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Continua la lettura dell’intervista di Eliana Astorri sul sito di Vatican News