In preghiera e in festa (tra le case) per i sacerdoti: gli anniversari di ordinazione di quest’anno

Miei cari,

continua l’eco della liturgia domenicale con la conclusione della pagina del brano di Giovanni dedicato alla figura del Buon Pastore (Gv 10,22-30).

Nelle parole di Gesù vengono richiamati tre verbi che connotano l’atteggiamento delle pecore, cioè dei veri discepoli, nei confronti del loro pastore, il vero ed unico, in un crescendo di profondità: ascoltare, conoscere, seguire. Le pecore LO ASCOLTANO: vivono cioè della Parola che è stata annunciata loro, perché è Parola di Vita Eterna. Le pecore LO CONOSCONO: è un verbo che in Giovanni indica l’entrare in profondità con una persona; dunque, applicato all’esempio delle pecore: proprio attraverso l’ascolto della sua Parola di Vita Eterna sanno che il Pastore le ama veramente, sino a dare la Sua Vita per loro. Le pecore LO SEGUONO: vivendo e amando il Signore, i discepoli giungono a dare la loro vita per Lui; non significa immediatamente morire; ma piuttosto vivere la stessa vita del Cristo, “cristificarsi”, avere cioè non un atteggiamento di facciata, ma entrare in una dimensione di completa rigenerazione: ricordate “il nascere di nuovo” o “dall’Alto” che Gesù chiedeva a Nicodemo? Ecco.

Quale è la mirabile conseguenza? il Signore schiuderà la vita che dura per sempre a chi lo segue, senza ormai più rischiare di andar perduta. E il bello è che non ci sarà né forza umana né angelica né di qualsiasi altro tipo, nessun potere avverso a Dio, che possa riuscire in nessun modo a strappare queste sue creature da Lui, dal Suo cuore infinitamente amante. Il motivo di questa vittoria certissima? È il fatto che il Padre stesso ha consegnato al Figlio Gesù questo dono: il Padre che è l’onnipotenza nell’amore, il Padre che è una cosa sola con Gesù, crea questa comunione. Comunione che si realizza pienamente mediante il dono dello Spirito Santo, lo Spirito che il Risorto effonde sulla sua Chiesa, rendendola il suo Corpo mistico.

Miei cari,

oggi noi avremmo dovuto celebrare la giornata di fraternità sacerdotale per ricordare i nostri comuni anniversari di ordinazione presbiterale. Non ci è possibile farlo, così come non abbiamo abbiamo ancora celebrato la messa crismale nella quale si rinnovano le promesse dell’Ordinazione (non sappiamo ancora se potremo farla).

 Vi chiediamo di pregare per noi preti: perché possiamo essere tra voi l’immagine e non la contro-figura del Buon Pastore. Tre consacrati del nostro clero sono morti per il Covid-19: don Dalmino Cestari, don Paolo Bosio, don Aldo Ticozzi. Molti altri altri in altre diocesi, in un numero che eguaglia quasi quello dei medici e operatori sanitari. Tutti in prima linea sullo stesso fronte e con modalità diverse. Più urgente si fa, dunque,  l’insistenza della preghiera al Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe.

In particolare la preghiera (celebrerà la messa di stasera per tutti loro) è per: CARDANO MONS. ALFREDO e SANTAMARIA DON TITO con 74 anni di messa (ordinati nel 1946); AIRAGA DON DANTE, CUSARO DON ANDREA, TANTIGNONE DON ENRICO con 70 anni di messa (ordinati nel 1950); MENOTTI DON PIERGIORGIO, VANINI DON MARIO, ZANETTA DON GIUSEPPE con 65 anni di messa (ordinati nel 1955); CHIESA DON SERGIO, VICARIO DON TARCISIO, ZEROLI DON ENRICO con 60 anni di messa (ordinati nel 1960); BONACCI DON RICCARDO, BONZANI MONS. ANTONIO, FORNARA DON BATTISTA, GRAZIOLI DON EMILIO, PREVOSTI DON ZENO, RUSCHETTI DON ERMINIO,  TRIDELLO DON MARIO con 50 anni di messa (ordinati nel 1970); CAVAGNA DON PAOLO, COGGIOLA DON STEFANO, MANCIN DON FABRIZIO, OTTINA DON GIUSEPPE, PIAZZA DON EZIO, VANDONI DON MARCELLO con 25 anni di messa (ordinati nel 1995)

Uniti nella comune lode al Signore per questi confratelli, uniti nella sequela del Buon Pastore.

Vi abbraccio e Vi benedico!

Vostro padre Marco