Covid-19: le “buone pratiche” per ricostruire le comunità post-pandemia

La pandemia da Covid-19 non richiede solo risposte immediate ed urgenti in ambito sanitario, ma anche progetti a lungo termine per ricostruire il tessuto sociale e comunitario, duramente colpito dal virus
“Ci troviamo in una fase nuova, caratterizzata da numerose difficoltà e altrettante ripercussioni, in cui siamo chiamati ad affrontare sfide più complesse, dalle quali la crisi causata dalla pandemia non è separata, ma è parte integrante”: si apre così il numero 22 del Bollettino settimanale sulle persone vulnerabili e fragili in movimento in epoca di Covid-19, a cura della Sezione per i migranti e i rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale. “Il coronavirus non è l’unica malattia da combattere – si legge – Piuttosto, la pandemia ha messo in luce mali sociali ulteriori”. L’uscita da una crisi è, dunque, “un momento cruciale, che definisce il futuro della società. È tempo di perseguire una vita di servizio, un dono della propria vita per l’altro, per creare una società più equa, meno individualista e più attenta all’ambiente”. Di qui, l’invito del Dicastero a soffermarsi su questa “nuova fase che volge lo sguardo alle buone pratiche degli attori cattolici per creare un futuro migliore, favorire l’integrazione nella nostra società comune e ricostruire la nostra casa comune”. Continua la lettura dell’articolo di Isabella Piro sul sito di Vatican News