Consiglio Permanente della Cei: speranza e gratuità, povertà e rinascita
Pubblichiamo il testo dell’Introduzione di Mons. Mario Meini, Vescovo di Fiesole e Pro-Presidente della CEI, ai lavori della sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente, che si svolge in videoconferenza il 1° dicembre 2020.
Carissimi confratelli,
questa breve introduzione, come già avvenuto nella sessione straordinaria dello scorso 3 novembre, è frutto di alcune riflessioni condivise nell’ultima riunione della Presidenza e ha come scopo soltanto quello di avviare un dialogo sul delicato momento che stiamo vivendo.
Rivolgiamo subito il nostro pensiero e un abbraccio ideale al Cardinale Presidente Gualtiero Bassetti e rendiamo grazie al Signore per la sua felice guarigione. Esprimiamo gratitudine a tutto il personale sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Perugia “Santa Maria della Misericordia” e del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, per l’amore e la professionalità con cui si sono presi cura di lui e di tutti gli ammalati. Continuiamo a pregare per tutti quelli che si trovano nella prova e nella sofferenza, con la certezza che Dio Padre non abbandona i suoi figli. Assicuriamo anche la nostra vicinanza e la nostra ammirazione a tutti i medici e agli operatori sanitari, che stanno vivendo appieno la loro vocazione nella custodia del fratello malato e sofferente. Un particolare saluto all’Arcivescovo Renato Boccardo, che ha lungamente combattuto il virus e che oggi è nuovamente in riunione con noi. Ci rallegriamo con lui e con coloro che hanno potuto superare questa difficile prova.
I dati diffusi negli ultimi giorni sul fronte della pandemia rilevano sensibili miglioramenti, ma ci dicono che ancora non ne siamo fuori. Non devono venir meno pertanto la responsabilità e la prudenza, anzi dobbiamo rinnovare l’impegno verso “il valore unico dell’amore”, come ci ricorda Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti: «L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti» (n.94). Continua la lettura sul sito della Cei