Il 2020 di papa Francesco: la forza della preghiera in tempo di pandemia
Domenica 8 marzo 2020: la linea di demarcazione che separa il “prima” e il “dopo” passa da questa data. È il giorno del primo Angelus di Papa Francesco recitato, in diretta audio-video, dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Il lockdown imposto dalla pandemia da Covid-19 è imminente. “È un po’ strana questa preghiera dell’Angelus di oggi, con il Papa ‘ingabbiato’ nella Biblioteca, ma io vi vedo, vi sono vicino”, dice Francesco, all’inizio del collegamento. Poi, al termine, il fuori-programma: il Papa si affaccia ugualmente alla finestra del Palazzo Apostolico per benedire Piazza San Pietro. Ancora non si sa, ma quella piazza, nel corso dei mesi, diverrà vuota e silenziosa; a riempirla saranno la preghiera del Pontefice e le speranze del mondo. È lì, infatti, che da solo, sotto la pioggia, Francesco presiede, la sera del 27 marzo, Venerdì di Quaresima, il Momento straordinario di preghiera in tempo di pandemia. Alle sue spalle, il Crocifisso ligneo della chiesa romana di “San Marcello al Corso”, davanti al quale il Pontefice aveva già pregato il 15 marzo, dopo aver percorso a piedi, in pellegrinaggio, un tratto di Via del Corso. Davanti a quella Croce, il Papa invita l’umanità a non avere paura e ad affidarsi al Signore: “Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati – dice – Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore”. Continua la lettura dell’articolo di Isabella Piro sul sito di Vatican News