Amare la giustizia. Da Fossoli a Santa Maria Capua Vetere
Ci equivochiamo a pensare che la giustizia “si deve fare”, in realtà la giustizia la si può solo accogliere e amare. Fa parte di un ordine relazionale a cui aderire. Ogni volta che si custodisce il “Tu” della relazione si permette al proprio “Io” di vivere libero e in pace. Solo capovolgendo il significato di giustizia, si ascolta come imperativo il grido della coscienza che sorge davanti a ogni ingiustizia. È dal dis-ordine che nasce l’ingiustizia: le sue conseguenze sono la rottura di relazione personali e sociali, come capita quando c’è un’eredità da dividere, quando si perseguono i propri interessi calpestando i più deboli, o ancora quando si uccide. In questi giorni però il Paese ha vissuto due inaspettati momenti di giustizia, fatti di parole sussurrate tenacemente, anche se troppo poco narrati da media e soffocati dalle urla per la vittoria della Nazionale di calcio. Lo scorso 10 luglio le più alte cariche dell’Ue, Ursula von der Leyen e David Sassoli, i presidenti della Commissione e del Parlamento europeo, hanno visitato il Campo di Fossoli, nei pressi di Carpi, per commemorare il 77° anniversario dell’eccidio nazista di 67 internati politici. Quattro giorni dopo, il 14 luglio il presidente Draghi e la Ministra Cartabia hanno visitato la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. Continua la lettura dell’editoriale di Francesco Occhetta sul sito di Comunità di Connessioni