Il 1° maggio per “salvare” il lavoro
Sono già passati 136 anni dal 1° maggio del 1886, quando i lavoratori di Chicago pagarono con la vita il diritto a una giornata lavorativa dignitosa. Era già stata approvata la legge dello Stato dell’Illinois che aveva introdotto la giornata lavorativa di otto ore, ma la cultura del lavoro non era ancora pronta a questo cambiamento. Sono passati 75 anni dall’eccidio dei contadini di Portella della Ginestra. Era il 1° maggio 1947. Da allora sono state approvate una moltitudine di importanti leggi a tutela del lavoro, alcune, come lo Statuto dei Lavoratori e la Riforma Biagi, ne sono diventate pietre miliari. Soprattutto si è evoluta la cultura riformatrice del lavoro. Eppure, il lavoro, in molti casi, resta conflittuale, precario, per pochi, povero, nero, discriminatorio, privo di adeguate garanzie. Come è stato possibile che, in così tanto tempo, né i cittadini né i loro legislatori siano stati in grado di trovare una soluzione al problema? Continua la lettura dell’editoriale di di Ciro Cafiero sul sito di Comunità di Connessioni