“Ci hai chiamati per nome. Ti riconosciamo. Il cuore arde”. Lettera alla Comunità per l’inizio dell’anno pastorale 2022-23

Carissimi tutti,

dopo la pausa estiva, eccoci ormai all’inizio del nuovo anno pastorale.

È bello incontrarsi nuovamente insieme e, soprattutto, ritrovarsi finalmente a volto scoperto con un sorriso, nonostante le difficoltà che ancora velano come le nubi l’orizzonte.

Quest’anno pastorale vorremmo caratterizzarlo con uno slogan, che ci ha accompagnati durante gli incontri con le famiglie la scorsa primavera in parrocchia: “Ci hai chiamati per nome. Ti riconosciamo. Il cuore arde”.

Il testo proviene da una canzone che abbiamo imparato e cantato durante la tre giorni. Potremmo dire che queste parole sono un po’ il riassunto di quell’esperienza; ma, pure, riprendono anche gli inviti fattici nelle lettere pastorali del nostro vescovo Franco Giulio: quella dello scorso anno, intitolata, I semi del tempo. La parola di Dio nel cuore degli uomini”, e quella del nuovo, dedicata alla famiglia, come si evince dal titolo: Lessico Famigliare, (è a disposizione di coloro che la vorranno leggerla; è facile; la sintesi si trova già sul sito della nostra parrocchia).

Dunque, “Ci hai chiamati per nome. Ti riconosciamo. Il cuore arde”.

Ci hai chiamati per nome

Gesù ci chiama dal nostro anonimato e pronuncia il nostro nome.

È profondo il testo biblico a cui si fa riferimento: «A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve» (Ap. 2,17).

Come per i bambini della prima elementare, quando ai primi incontri di catechismo si insegna l’importanza del nome con il quale Dio Padre ci ama e ci riconosce come suoi figli, così anche noi vorremmo ripartire, rispondendo alla chiamata di Gesù che ci invita personalmente con il nostro nome di battesimo e, scrutando il nostro cuore, dialoga con noi, entrando in relazione profonda e ci indica la via migliore per giungere al Padre.

Ti riconosciamo

In questo tempo ancora incerto per le difficoltà dell’ora presente, possiamo fare nostro il celebre passo evangelico dei due discepoli di Emmaus che, dopo la morte di Gesù, partivano tristi da Gerusalemme per tornare a casa: tutto era finito e loro si sentivano poveri illusi!

Con pazienza Gesù Risorto si fa loro compagno di viaggio nelle vesti di un personaggio misterioso e li scuote dalla delusione: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! […] E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,25-27).

Quante volte anche noi facciamo la stessa esperienza di quei discepoli nella nostra quotidianità! Eppure il Signore non ci lascia soli nelle nostre delusioni e amarezze: cammina con noi e ci svela il senso profondo della nostra vita, dando valore, colore, calore alle nostre parole fragili, alle nostre cose incerte mediante la sua Parola che assume le nostre fragili parole.

Alla fine i due discepoli di Emmaus giungono a riconoscere nel personaggio misterioso Gesù risorto, quando Lui spezza il pane in loro presenza: «Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista» (Lc 24,30-31).

Così anche noi possiamo vivere la stessa esperienza, nella Messa domenicale, la Pasqua settimanale, riconoscendo Gesù Signore e riconoscendoci come Comunità di figli e fratelli per proclamare insieme: Sei Tu! È dunque, un rinnovato invito a tutti a non mancare a questo appuntamento settimanale.

Il cuore arde.

Grazie alle parole del Crocifisso Risorto il cuore dei discepoli di Emmaus ora arde del fuoco inestinguibile: «Ed essi si dissero l’un l’altro: Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24,32).

Comincia così la missione della Chiesa in ogni tempo: «E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone» (Lc 24,33-35).

Infatti, il messaggio di Gesù Risorto è universale, è rivolto a tutti indistintamente: ai vicini e ai lontani. Dio abbandona sempre le novantanove pecore per cercare quella perduta! Oggi, non più a distanza – finalmente! – ma abbracciati nella fede, ricominciamo il nostro cammino verso il Signore, perché Ci hai chiamati per nome, Lo riconosciamo e il cuore arde.

Buon Cammino a tutta la comunità.

padre Marco e la Giunta del Consiglio pastorale parrocchiale

Novara, settembre 2022