Avvento: il significato, la scansione del tempo, i simboli, la liturgia, Maria

Con i primi Vespri di sabato 26 novembre inizia il tempo d’Avvento, termine che deriva dal latino adventus, “venuta”, in riferimento all’ultima venuta Cristo, nella parusia, cioè alla fine dei tempi, a partire dalla sua prima venuta, nella sua nascita.

Il significato

L’Avvento ha una doppia caratteristica: la prima remota, è quella in cui lo spirito dei fedeli viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi; la seconda, quella di preparazione prossima alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini. La celebrazione della nascita di Gesù prepara la Chiesa all’incontro definitivo con Cristo. La prima venuta di Cristo inizia ciò che la seconda e definitiva venuta consumerà. La compresenza di questi due aspetti del mistero di Cristo si riflette nei testi liturgici, nei quali le due venute si intrecciano e si sovrappongano continuamente. L’ Avvento è, così, contemporaneamente un tempo penitenziale nella prospettiva del ritorno del Signore per il giudizio, ma pure celebrazione gioiosa dell’Incarnazione. I credenti sono invitati a vivere questo periodo liturgico coltivando nella fervente preghiera la gioia e la speranza.

I simboli

Il colore dei paramenti liturgici è il viola: diverso però rispetto a quello della Quaresima, che denota invece il carattere marcatamente penitenziale; nella terza domenica  si usa  il rosaceo, a significare la speranza della venuta gloriosa di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa di Natale. Con l’Avvento compare ormai in tutte le chiese la Corona dell’Avvento. Questo simbolo nasce a partire dal XVII secolo quando sia i cattolici sia i protestanti tedeschi iniziarono a usarlo per rappresentare Gesù, che è la luce venuta nel mondo. Essa ha una forma circolare, poiché  il cerchio non ha principio né fine, è un segno trinitario di eternità e di unità. Si usano  dei rami verdi che simboleggiano la speranza e la vita che provengono da Cristo, su cui si pongono quattro luci, che si accendono una per volta durante le quattro domeniche; esse sono la luce di Cristo in mezzo alle tenebre, la salvezza portata da Gesù Cristo che è la luce per la vita di ogni persona. Le quattro candele  hanno un nome ed un significato peculiari. La prima candela è detta “del Profeta“, poiché ricorda il profeta Michea, che aveva predetto che il Messia sarebbe nato a Betlemme e simboleggia la speranza. La seconda candela è detta “di Betlemme“, per ricordare la città in cui è nato il Messia, e simboleggia la chiamata universale alla salvezza. La terza candela è detta “dei pastori“, i primi che videro ed adorarono il Messia e simboleggia la gioia. La quarta candela è detta “degli Angeli“, i primi ad annunciare al mondo la nascita del Messia e a vegliare sulla capanna dove è nato il Salvatore; simboleggia l’amore.

La scansione del tempo liturgico

L’Avvento si articola in due parti: fino al 16 dicembre la liturgia si focalizza sull’attesa dell’ultima venuta di Cristo. A partire dal 17 dicembre si entra nella seconda parte dell’Avvento, marcata in maniera più specifica dalla lettura dei brani evangelici dell’attesa e della nascita di Gesù.

Liturgia della Parola e lettera pastorale del nostro VescovoLessico familiare

I SETTIMANA:  27 novembre. “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà” (Mt 24,42).

Quotidianità: Il tempo dell’attesa può essere affascinante: non vedi l’ora che arrivi ciò che speri, ma allo stesso tempo, rimane sempre la preoccupazione di ciò che ancora non si conosce né si vede. Anche in famiglia il tempo dell’attesa di un nuovo arrivo, di un traguardo importante o di un anniversario significativo può essere un tempo fecondo, vissuto nell’operosità e nella gioia, oppure un tempo di passaggio, che perde tutto il suo valore ed è considerato solo “sprecato”. Il Vangelo della prima domenica ci indica la via per entrare nel tempo di Avvento: fare di questo tempo un’occasione favorevole ad accogliere il mistero di Dio che si fa carne! Ma il tempo non è sotto il nostro controllo, possiamo solo decidere come vivere i momenti della nostra quotidianità, facendo ogni giorno spazio per la venuta del Signore. Come cristiani, siamo certi che verrà, anche se non conosciamo i tempi. Gesù ci invita a essere pronti sempre a trovare posto per l’amore di Dio nella nostra vita quotidiana. Perché ogni giorno è quello buono per sperimentare la presenza del Suo amore!

II SETTIMANA: 4 dicembre 2022. “Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi” (Rm 15,7).

Fragilità: Nella breve citazione dalla lettera di San Paolo ai Romani che ascoltiamo oggi troviamo un secondo aspetto del tempo di Avvento: non è solo attesa, ma anche accoglienza. E se il primo atteggiamento può essere problematico, ancor di più lo è il secondo, perché l’accoglienza richiede che io faccia spazio per l’altro. Le famiglie sono una splendida palestra di accoglienza. Ci troviamo in una famiglia perché qualcuno ci ha accolto e ci ha amato; formiamo una famiglia quando accogliamo l’altro o l’altra come compagno\a del cammino della nostra esistenza, condividendo con lui o lei la strada della nostra vita. Facciamo crescere la nostra famiglia quando accogliamo la vita nel dono e responsabilità di essere madre, padre, fratello o sorella di un bimbo che si affaccia alla vita e che, nella sua fragilità, dipende interamente da noi. Rendiamo testimonianza all’amore vero quando ci prendiamo cura della vita che si spegne, per anzianità o malattia, che ci rende tutti fragili e bisognosi di cura e sostegno. Siamo famiglia alla luce del vangelo quando l’accoglienza è fatta sull’esempio di Gesù, che per farsi carico delle nostre fragilità e trasformarle in riflesso della gloria di Dio, si è fatto carne in un bambino vulnerabile, eppure destinato a cambiare il mondo per sempre.

III SETTIMANA: 11 dicembre. “Ai poveri è annunciato il Vangelo” (Mt 11,5).

Tenerezza: Nei racconti dei vangeli si nota che Gesù fa le preferenze. Quello che ascoltiamo oggi, lo dice chiaramente: a Gesù stanno a cuore le persone che vivono in una situazione di debolezza e che più di altre hanno bisogno di ricevere la buona notizia di un Dio vicino che ama ogni uomo. Gesù fa le preferenze per i poveri! Ci sono diversi tipi di povertà: quella materiale della mancanza di beni che affligge purtroppo troppe famiglie anche in mezzo a noi e la povertà spirituale, cioè quelle situazioni della vita che ci fanno sentire soli, tristi, abbandonati da tutti e persino da Dio. Le famiglie sono un luogo privilegiato per far sperimentare la tenerezza e l’amore di Dio che abbraccia tutti e vuole raggiungere tutti col suo amore, attraverso le persone di buona volontà che si impegnano per cambiare la vita degli altri. Bastano piccoli gesti, ma concreti esempi di tenerezza: un sorriso o una carezza per chi si sente un po’ giù di morale, un grazie detto dal cuore a chi si prende cura di noi ogni giorno. Ma in famiglia si impara anche a fare grandi progetti per sostenere gli altri, a raccogliere fondi per chi soffre, a pregare per la pace e la serenità: qualche piccola rinuncia per dare a chi ne ha bisogno il segno tangibile della vicinanza di Dio.

IV SETTIMANA: 18 dicembre. “Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù” (Mt 1,21). Generatività: La famiglia è il luogo in cui la vita è generata, accolta, amata ed accompagnata! Il termine generatività ci fa pensare alla capacità di generare vita, cioè al concepimento e alla nascita di un bambino. Il vangelo di oggi ci invita ad estendere questo significato oltre questa splendida esperienza. Giuseppe è chiamato dal Signore ad essere padre del bambino che è generato in Maria dallo Spirito Santo non da lui. Maria è chiamata ad essere madre di un figlio straordinario, il Dio-con-noi che viene nel mondo a portare la salvezza. Maria e Giuseppe accettano di generare vita in modo fuori dal comune, perché si fidano del progetto di Dio. Sebbene non in questi termini, anche le nostre famiglie sperimentano diversi modi di essere generatori di vita: accogliendo chi è nel bisogno, che sia un famigliare o un altro essere umano in pericolo; accompagnando i figli adolescenti alla scoperta di sé e del mondo; prendendosi cura degli anziani da cui siamo stati generati e che ora dipendono dal nostro affetto; scoprendosi ogni giorno nuovi come coppia che si sostiene nel capire e accettare il progetto di Dio sulla famiglia e muove piccoli passi, a volte incerti, verso la ricerca della felicità.

Maria e l’Avvento

Nell’Avvento si pone felicemente in rilievo la relazione e la cooperazione di Maria al mistero della redenzione. “Cioè avviene come “dal di dentro” della celebrazione stessa e non per sovrapposizione. Non è esatto, però considerare l’Avvento un tempo mariano, per il motivo che l’Avvento celebra essenzialmente il mistero della venuta del Signore. In ogni caso, la presenza all’8 dicembre della Solennità dell’Immacolata Concezione fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria immacolata è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo.