L’Europa è sulla soglia della “Quinta rivoluzione industriale”?

La domanda eterna è “come mettere al centro dell’avanzamento tecnologico l’uomo?” Si nota che in ogni rivoluzione industriale, dall’una fino alla quarta, l’accesso dell’uomo al lavoro è stato, in qualche modo, limitato. La quarta rivoluzione industriale ha fornito macchine intelligenti che non richiedono alcun intervento umano. In quinta c’è di più? Perché la quinta rivoluzione sarebbe diversa dalle precedenti? Una risposta risiede nel fatto che quest’ultima, con il rapido sviluppo delle intelligenze artificiali, tende a privare una persona dell’istruzione. Fino ad oggi, il pericolo per l’uomo era di non trovare un lavoro dove utilizzare le conoscenze acquisite; ora il rischio è di non acquisire le conoscenze. Lavoro e conoscenza sono sempre andati insieme. Per lavorare è necessario avere conoscenze, se priviamo l’uomo della conoscenza, cosa rimane? Antropologicamente, la libertà, la possibilità e il desiderio di conoscere qualcosa risiedono nell’essere umano. Pensare, speculare, concludere induttivamente e proiettarsi nel futuro sono le caratteristiche che distinguono l’essere umano dagli altri esseri viventi sulla terra. Continua la lettura dell’editoriale – Comunità di Connessioni