Chi è il mio prossimo? La parabola del buon Samaritano, mappa per un percorso sulla carità
Lunedì 26 giugno nel Santuario di Boca, il vescovo Franco Giulio Brambilla ha presentato a sacerdoti e diaconi della diocesi di Novara la sua lettera pastorale per l’anno 2023-2024 dal titolo “Chi è il mio prossimo? La sapienza della Carità evangelica”. La lettera è in distribuzione presso le parrocchie della diocesi. È possibile anche acquistarla nelle librerie e negli store on-line o scrivendo alla Stampa Diocesana Novarese (alberto.fizzotti@agenziavisconti.it) oppure telefonando o mandando un messaggio Whatsapp al 338 9485747.
La parabola del buon Samaritano
Il testo offre una meditazione sulla parabola del Buon Samaritano del Vangelo di Luca per leggere e comprendere, attraverso uno dei racconti più belli del Vangelo, le sfide che si propongono alla comunità cristiana chiamata all’attenzione e alla vicinanza ai poveri e a chi vive le diverse forme di fragilità odierne. A partire da una convinzione forte: la carità è «un compito interminabile», ma è anche un «dono inesauribile» se diventa un impegno di conversione del cuore. Non solo per rispondere alla chiamata degli ultimi, ma per liberarli dal bisogno e renderli fratelli.
Il sussidio per un’applicazione della lettera pastorale
La Caritas diocesana, in collaborazione con gli Uffici pastorali diocesani, ha realizzato un sussidio con le linee guida per un’applicazione della lettera pastorale nelle comunità (Il libretto del sussidio è scaricabile in formato PDF a partire da questo link). Il sussidio propone idee e spunti per «ripensare il proprio modo di farsi prossimi», ed è strutturato in quattro capitoli, ciascuno pensato per un livello differente di intervento:
- Leggere la nostra storia. La parrocchia, luogo dell’ascolto
- La presa in carico e la cura. L’Unità pastorale missionaria luogo dei servizi e della cura
- L’animazione della comunità. Il vicariato luogo di collegamento e di formazione
- Le proposte, il coordinamento e la rete. La diocesi luogo di crescita insieme
Una mappa per un percorso in sette tappe sulla carità
Il vescovo presenta “Chi è il mio prossimo?” come «una mappa per un percorso sulla carità». Ecco di seguito l’introduzione della lettera. «Dopo aver illustrato negli scorsi anni le due forme pratiche della fede, l’Eucaristia e la Parola, con le quali la Chiesa e il credente ricevono il dono della Pasqua di Gesù, portiamo a compimento la triade della pratica cristiana parlando della carità. La carità non è solo il servizio al povero (elemosina, aiuto, soccorso, cibo, vestito, casa), ma è anche la comunione fraterna (esperienza di amicizia, relazioni fraterne, educazione alla vita buona), che si esprime in una visibile comunità. Potremmo chiamare la prima carità-servizio, e la seconda carità-virtù. La prima è un compito interminabile («i poveri li avete sempre con voi», Mc 14,7); la seconda è un dono inesauribile («perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio», Ef 3,19). Anzi, si deve dire che il servizio ai poveri e agli ultimi non ci dà tregua, se non cresce l’atmosfera e la pratica della comunione fraterna, perché i poveri non debbono essere solo soccorsi, ma vanno liberati dal bisogno e fatti diventare fratelli, a loro volta liberi e capaci di servire altri poveri e di rendere prossimi i vicini. Per questo mi pare suggestivo farci guidare nella riflessione dal canovaccio della parabola che nell’immaginario cristiano è il racconto per eccellenza sulla carità: la parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37). Ho trovato in essa una mappa per un percorso sulla carità con i temi e le attenzioni essenziali che bisogna avere. Possiamo entrare nella dinamica di uno dei racconti più belli del Vangelo, seguendo i sette passi della narrazione, facendola precedere da tre premesse e seguire da tre conclusioni. Indico i passaggi con un’espressione della parabola, che ci aiuta a presentare con linguaggio narrativo il filo della riflessione».
La scheda di presentazione
Per accompagnare la lettura del testo e come strumento per la presentazione nelle parrocchie, proponiamo di seguito uno schema di sintesi. [Scarica in formato PDF la scheda della lettera pastorale 2023-24 “Chi è il mio prossimo?”]
Perché del titolo: Chi è il mio prossimo?
La domanda di sempre: quando e perché il vicino diventa prossimo? Il vicino è una realtà inesorabile, ma può essere non visto né incontrato; il prossimo è una scelta etica e religiosa, ma non accade spontaneamente. Per questo la domanda su “chi è il mio prossimo?” resta decisiva nell’esperienza umana.
Perché del sottotitolo: La sapienza della carità evangelica
La carità è una pratica che implica un sapere ed è un sapere che ha una forma pratica. È un sapere che non si può conoscere a monte dell’investimento del soggetto: il povero (in tutte le sue varianti: povero, dipendente, escluso, vulnerabile, handicappato, migrante) non è conosciuto senza che sia incontrato. L’atto della carità è una relazione di aiuto che ha da trasformarsi in relazione fraterna.
Definizione dei termini: la duplice dimensione della carità
Sotto la dizione “carità”, noi intendiamo un duplice significato:
- La carità servizio: è tutta la vasta gamma degli atti, dei gesti e delle iniziative che disegnano il ventaglio degli interventi a favore di terzi, instaurando una relazione di aiuto (elemosina, aiuto, soccorso, cibo, vestito, casa, lavoro, programma di promozione umana, percorso di educazione culturale);
- La carità virtù: è il dono della carità trinitaria che diventa fonte della comunione fraterna e si attua nella pratica inclusiva della comunità visibile (rapporti di amicizia, relazioni fraterne, spirito di fratellanza, educazione alla vita civile e alla sensibilità sociale).
Detto in termini semplici:- La solidarietà è aiuto al bisogno
- La solidarietà è incontro col bisognoso
- La carità è liberazione dal bisogno per introdurlo nello spazio della fraternità:?la carità ha raggiunto il suo scopo quando, come la levatrice, diventa inutile, perché ha generato vita autonoma.
- La parabola della carità:
- che debbo fare per ereditare la vita eterna? Il destinatario
- la carità non è un surplus, ma è parte del duplice comandamento dell’amore. Il fine
- La carità apre a una storia da narrare. Il racconto
- Un racconto e una storia in sette tempi:
- Non sbagliare il destinatario
- Non restringere l’orizzonte
- Non banalizzare il male
- Non soccombere agli alibi
- Non sostituirsi al Buon Samaritano
- Non con-fondere le forme pratiche
- Stare al posto dell’albergatore: il tempo della Chiesa!