Il tempo dell’Avvento: significato, simboli e devozione mariana
Con i primi Vespri di sabato 3 dicembre inizia il tempo d’Avvento, termine che deriva dal latino adventus, “venuta”, in riferimento all’ultima venuta Cristo, nella parusia, cioè alla fine dei tempi, a partire dalla sua prima venuta, nella sua nascita. In questa data muta anche l’anno liturgico, con un nuovo ciclo di letture festivo (anno B) e feriale (anno pari).
Il significato
L’Avvento romano ha una doppia caratteristica: la prima remota, è quella in cui lo spirito dei fedeli viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi; la seconda, quella di preparazione prossima alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini. La celebrazione della nascita di Gesù prepara la Chiesa all’incontro definitivo con Cristo. La prima venuta di Cristo inizia ciò che la seconda e definitiva venuta consumerà. La compresenza di questi due aspetti del mistero di Cristo si riflette nei testi liturgici, nei quali le due venute si intrecciano e si sovrappongano continuamente. L’ Avvento è, così, contemporaneamente un tempo penitenziale nella prospettiva del ritorno del Signore per il giudizio, ma pure celebrazione gioiosa dell’Incarnazione. I credenti sono invitati a vivere questo periodo liturgico coltivando nella fervente preghiera la gioia e la speranza. L’Avvento romano si articola perciò in due parti: fino al 16 dicembre la liturgia si focalizza sull’attesa dell’ultima venuta di Cristo. A partire dal 17 dicembre si entra nella seconda parte dell’Avvento, marcata in maniera più specifica dalla lettura dei brani evangelici dell’attesa e della nascita di Gesù.
I simboli
Il colore dei paramenti liturgici è il viola: diverso però rispetto a quello della Quaresima, che denota invece il carattere marcatamente penitenziale; nella terza domenica si usa il rosaceo, a significare la speranza della venuta gloriosa di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa di Natale. Con l’Avvento compare ormai in tutte le chiese la Corona dell’Avvento. Questo simbolo nasce a partire dal XVII secolo quando sia i cattolici sia i protestanti tedeschi iniziarono a usarlo per rappresentare Gesù, che è la luce venuta nel mondo. Essa ha una forma circolare, poiché il cerchio non ha principio né fine, è un segno trinitario di eternità e di unità. Si usano dei rami verdi che simboleggiano la speranza e la vita che provengono da Cristo, su cui si pongono quattro luci, che si accendono una per volta durante le quattro domeniche; esse sono la luce di Cristo in mezzo alle tenebre, la salvezza portata da Gesù Cristo che è la luce per la vita di ogni persona. Le quattro candele hanno un nome ed un significato peculiari. La prima candela è detta “del Profeta“, poiché ricorda il profeta Michea, che aveva predetto che il Messia sarebbe nato a Betlemme e simboleggia la speranza. La seconda candela è detta “di Betlemme“, per ricordare la città in cui è nato il Messia, e simboleggia la chiamata universale alla salvezza. La terza candela è detta “dei pastori“, i primi che videro ed adorarono il Messia e simboleggia la gioia. La quarta candela è detta “degli Angeli“, i primi ad annunciare al mondo la nascita del Messia e a vegliare sulla capanna dove è nato il Salvatore; simboleggia l’amore.
Maria e l’Avvento
Nell’Avvento si pone felicemente in rilievo la relazione e la cooperazione di Maria al mistero della redenzione. “Cioè avviene come “dal di dentro” della celebrazione stessa e non per sovrapposizione. Non è esatto, però considerare l’Avvento un tempo mariano, per il motivo che l’Avvento celebra essenzialmente il mistero della venuta del Signore. In ogni caso, la presenza all’8 dicembre della Solennità dell’Immacolata Concezione fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria immacolata è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo.