L’ultimo saluto a padre Mario Airoldi giovedi 25 gennaio alle 15 presso il Santuario di Boca

Nella mattina di oggi, martedì 23 gennaio, è morto Padre Mario Airoldi, all’età di 83 anni. Al Santuario di Boca si terranno, questa sera e domani alle ore 21, le Veglie funebri. Il funerale sarà celebrato giovedi 25 gennaio alle ore 15 presso il Santuario di Boca. La salma sarà poi tumulata nel Cimitero di Galliate. Di seguito il profilo biografico e il commosso ricordo del vicario episcopale per il clero e la vita consacrata don Franco Giudice.

In memoria di padre Mario
Padre Mario era nato il 3 maggio 1940 a Galliate. Ordinato il 20 giugno 1964 a Novara da mons. Placido M. Cambiaghi, aveva scelto di divenire Oblato diocesano dei santi Gaudenzio e Carlo – Missionari di Maria. Avvierà il suo ministero sacerdotale assumendo la reggenza delle parrocchie di Camasco e Morondo, in Valsesia, per poi diventare, dal 1965 al 1975, vicario parrocchiale a San Giuseppe in Novara. Dal 1975 al 1976 assumerà, con don Artibano, la responsabilità di una piccola Comunità minorile presso la chiesa di Ognissanti in Centro Città. Dopo questa breve e complessa esperienza assumerà la reggenza prima della parrocchia di Trobaso e poi di Crusinallo, per poi risiedere, pur nell’alternanza degli incarichi, alla Badia di Dulzago: ne sarà parroco dal 1979 al 1986, continuandone poi la cura pastorale, assieme alla comunità di Cavagliano, dal 1986 al 2012.  Avrebbe nel frattempo garantito un’attiva presenza, dal 1992 al 1994, anche al Sacro Monte di Varallo, assumendo peraltro la responsabilità di Prevosto degli Oblati prima dal 1992 al 1997 e successivamente dal 1997 al 2012.

Di particolare rilevanza il suo servizio, intrapreso nel 1997 e terminato nel 2012, quale Direttore Spirituale della Comunità di Teologia nel Seminario di Novara. E non meno prezioso l’incarico di esorcista diocesano assunto dal 2009 e corrisposto per diversi anni.

Dal 2013 diverrà collaboratore al Santuario di Boca, prestando la sua opera per la Liturgia, ma soprattutto per le confessioni e la direzione spirituale di sacerdoti, religiosi e laici, assicurando, un giorno alla settimana, una presenza anche nella Cattedrale di Novara. Innumerevoli e sempre apprezzati gli incontri di spiritualità e i Corsi di Esercizi spirituali animati da padre Mario, anche al di fuori dei confini diocesani. Forte e paziente anche nei momenti di sofferenza, ha concluso la sua vita accogliendo con serenità la morte, dopo aver accolto con gioia tutti coloro che avevano voluto salutarlo per l’ultima volta, all’Hospice di Arona. E’ mancato nelle prime ore di oggi, martedì 23 gennaio 2024.

Un ‘Uomo di Dio’.  Era questa l’impressione che padre Mario, sicuramente tra i preti più noti e apprezzati delle nostre terre, lasciava di sé nell’animo di molta gente. Poteva essere questa l’impressione del povero che trovava in lui attenzione e sostegno, a partire dalle famiglie del rione ‘Bellaria’ nella ‘san Giuseppe’ di un tempo, fino a coloro che lo attendevano numerosi nei pressi del confessionale della Cattedrale quando arrivava, sempre un po’ di corsa, in bicicletta: una generosità, si diceva, a volte eccessiva, ma che faceva trasparire qualcosa dell’infinita provvidenza di Dio. “Charitas sine modo”, si sarebbe detto un tempo. Ma era anche l’impressione di molti che cercavano in padre Mario qualcuno a cui aprire il proprio cuore, conoscendo la sua ‘arte dell’ascolto’, per accogliere una risposta preziosa nell’orientare il cammino della vita. Era certamente il ‘padre spirituale’ più conosciuto e ‘cercato’ dalle nostre parti. Come un modello per noi sacerdoti nella delicata e forse non molta praticata vocazione di ‘paternità’ spirituale, nel saper suscitare, con la grazia di Dio, la vita soprannaturale nelle anime delle persone.

In Seminario a Novara ha trascorso quindici anni quale Direttore spirituale dei giovani che si stavano preparando al sacerdozio, senza dimenticare la sua presenza – una costante nel tempo – negli anni precedenti quale confessore di molti seminaristi. Ad un’intelligenza innata abbinava un’ampia conoscenza degli autori e dei testimoni della fede, al punto che le sue riflessioni negli innumerevoli incontri di spiritualità divenivano una proposta ampia e feconda di citazioni e di episodi di vita che entusiasmava il cuore e arricchiva la mente di chi lo ascoltava. Non era l’imporsi di un pensiero o di una prassi, ma la proposta rispettosa di un cammino da attuare e di una direzione da intraprendere. Potevano essere nomi meno frequentati come Teilhard de Chardin o innovativi per il tempo come Charles de Foucauld o Madeleine Delbrel, o i grandi classici della spiritualità: filtrati dalla sua riflessione personale giungevano a tutti in modo originale e familiare, in grado di rafforzare – se non rigenerare – la vita di fede. Molto profonda e sincera la sua devozione nei confronti della Vergine Maria.

Sapeva conquistarti amabilmente attraverso la sua serenità di spirito, anche attraverso una battuta, o un fatto curioso, o un episodio simpatico. Di fronte a qualche impostazione spiritualmente distorta non faceva mancare, con immediatezza e decisione – quasi come un antico profeta! –  la sua contrarietà, sostenuto però sempre da una lucida e positiva proposta. Faceva sue alcune ‘massime’, a volte ampie e complesse, di importanti autori, che amava ripetere a sé e per altri, come per ribadire i punti fermi della vita spirituale.

Notevole la sua sensibilità verso il mondo del ‘disagio’ e della sofferenza. Il desiderio di impegnarsi in modo coraggioso e profetico lo porterà alla breve, e in parte drammatica esperienza della Comunità minorile di Ognissanti. Ci si renderà conto che certe problematiche non possono essere risolte solo con la generosità e la radicalità della carità. Ma anche questo episodio avrebbe offerto l’occasione per una maturazione umana e spirituale. Immancabile rimarrà però il richiamo alla figura di don Artibano – ricorrente il suo ricordo in particolare negli ultimi anni – con cui l’esperienza era stata condivisa.

Padre Mario ha sempre ritenuto importante, per un sacerdote, la vita di fraternità: il suo far parte della Comunità degli Oblati o il creare una piccola comunità alla Badia di Dulzago è sempre stata da lui considerata un’opportunità preziosa e un dono di grazia, che ha reso possibile la scelta di povertà vissuta in radicalità e un’obbedienza corrisposta con maturità per le esigenze della chiesa locale. Un ‘Padre della Chiesa’ diocesana dei nostri tempi per la spiritualità della sua vita e per il valore del suo insegnamento: un esempio arricchente di virtù sacerdotali, unite alla franchezza nella valutazione di cose ed eventi, ecclesiali e civili. Ma anche la semplicità mostrata, a volte in modo disarmante, nel suo sapersi stupire delle cose belle nella vita delle persone. Un candore che profumava di infanzia spirituale, quella più temuta dal male. Forse per questo gli era stato affidato il compito di ’esorcista’ diocesano.

Sono queste le caratteristiche della vita di grazia, rivelatasi anche nella capacità di affrontare la prova della sofferenza, unita ad una incredibile gioiosità anche nei momenti finali della sua vita. Saranno stati i poveri e i puri di cuore ad accoglierlo per primi in Cielo. Grazie, padre Mario!

Don Franco Giudice
Vicario episcopale per il clero e la vita consacrata