L’arte del discernimento. Il segreto della buona politica

Il discernimento in politica è come una bussola che orienta il cammino di un popolo. È l’arte di vagliare, setacciare, distinguere i princìpi, i dati scientifici e il “sentire” storico di una cultura per prendere una decisione secondo la massima bonum faciendum et malum vitandum. Il discernimento è anche la condizione per costruire una coscienza sociale matura, dove vengono custoditi il sapere pratico, la memoria, l’esperienza e il patrimonio valoriale di una comunità politica. È proprio del discernimento portare il politico alla soglia di alcune fondamentali domande: chi sono chiamato a essere? Quale decisione è utile prendere per il bene di tutti? In quale modo prenderla? Cosa sento interiormente dopo averla presa? Come evitare il male sociale e costruire il bene comune? La Costituzione italiana è l’esempio di come un popolo può discernere: è stato un evento di coscienza sociale che ha spinto i costituenti a scommettere sul valore della «dignità» della persona dopo l’esperienza di sudditanza e di umiliazione vissuta nell’ordinamento fascista e nelle terribili conseguenze del conflitto mondiale. È il discernimento tra culture diverse che ha permesso il risveglio della coscienza morale sociale, provata dall’umiliazione della guerra. Saper discernere è distinguere le luci nella notte e rispondere alle domande che nascono durante le crisi della vita, simili a quella posta da Isaia: «Sentinella quanto resta della notte?» (Is. 21,11). Continua la lettura dell’articolo di Francesco Occhetta sj sul sito di Comunità di Connessioni