Slovacchia, il Papa: chi ha la croce nel cuore non vede nessuno come nemico

Alla Divina Liturgia celebrata in rito bizantino a Prešov, Francesco esorta a non aspirare a un cristianesimo trionfalistico: senza croce – avverte – diventa mondano e sterile. Ricordati anche quanti sono morti in Slovacchia a causa del nome di Gesù
Non ridurre la croce a “un simbolo politico”, a “un segno di rilevanza religiosa e sociale”. Gesù ha scelto “la via più difficile”, quella della croce, perché non ci sia nessuno tanto disperato “da non poterlo incontrare, persino lì, nell’angoscia, nel buio, nell’abbandono, nello scandalo della propria miseria e dei propri sbagli”. Nel cuore della Slovacchia orientale, dove da secoli vivono cattolici di rito sia latino che bizantino, il Papa rivolge ai fedeli una forte omelia incentrata sul senso profondo della croce di Cristo, riallacciandosi anche alle sofferenze vissute in questa terra: alle tante persone che in Slovacchia sono morte “a causa del nome di Gesù”. Parole molto forti che risuonano alla Divina Liturgia Bizantina di San Giovanni Crisostomo, nella festa dell’Esaltazione della Croce, davanti ai fedeli slovacchi riuniti nel piazzale del centro sportivo Mestskà Sportova hala di Prešov, terza città del Paese che sorge ai piedi dei Monti Metalliferi, dove una targa commemorativa ricorda la visita di san Giovanni Paolo II nel 1995 quando incontrò i cattolici di rito bizantino. Continua la lettura dell’articolo di Debora Donnini sul sito di Vatican News