Il sacramento della confessione o riconciliazione è un regalo, è un dono dello Spirito Santo che ci ricolma di misericordia e di grazia e che ci ricorda che solo se ci lasciamo riconciliare nel Signore Gesù, col Padre e con i fratelli possiamo essere veramente nella pace: «Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono Gesù però disse “lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me, a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli” e dopo aver imposto loro le mani li benedisse e andò via di là…». (dal Vangelo di Matteo 19,13-15)
La prima Confessione, che è amministrata alle bambine e ai bambini di 9 anni, è paragonabile ad un abbraccio caloroso dell’infinita misericordia di Dio Padre come nella parabola del figliol prodigo; questi, tornato nella casa paterna pieno di senso di colpa e di vergogna, comincia a parlare e a chiedere perdono ma con sorpresa viene abbracciato e baciato e per lui si fa festa: «Mi alzerò andrò da mio padre e gli dirò: Padre ho peccato verso di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio…Quando era ancora lontano suo Padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò … Questo mio figlio era perduto ed è stato ritrovato facciamo festa…». (dal Vangelo di Luca 15,11-32)
Ogni volta, quindi, che noi ci confessiamo, riceviamo l’abbraccio di Dio, Gesù si dona completamente come a ricordo del mistero pasquale o quando egli, dopo la resurrezione, riversa sui discepoli, chiusi nel cenacolo lo Spirito Santo: «Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, venne Gesù stette in mezzo e disse loro “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Detto questo soffiò e disse loro “Ricevete lo Spirito Santo, a coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”». (dal Vangelo di Giovanni 20,19-23)