Giubileo 2025, Parolin: un invito ad essere costruttori di un mondo migliore

Il cardinale segretario di Stato interviene alla presentazione in Vaticano del logo dell’anno santo e sottolinea che le vicende più recenti invitano a tenere fisso lo sguardo sulla virtù della speranza. Monsignor Fisichella: il 2023 dedicato al Concilio Vaticano II e il 2024 dedicato alla preghiera prepareranno i pellegrini
Che il motto del Giubileo del 2025 – “Pellegrini di speranza” – possa diventare per il mondo un autentico contenuto da sperimentare. È l’auspicio del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin intervenuto questo pomeriggio nella Sala Regia del Palazzo Apostolico alla presentazione del logo ufficiale dell’anno santo. Il porporato evidenzia che le vicende di questi anni e di questi mesi recenti sembrano obbligare la Chiesa a tenere fisso lo sguardo sulla virtù della speranza, fondamento della vita cristiana insieme alle altre due virtù teologali – la fede e la carità -, che richiama tutti a essere responsabili costruttori di un mondo migliore. A tal proposito il cardinale segretario di Stato ricorda quanto scritto da Papa Francesco in vista dell’anno giubilare: “Dobbiamo (…) fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto”. Continua la lettura dell’articolo di Tiziana Campisi –Vatican News

IL LOGO

Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste. Non si trascuri il fatto che l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem.