Il voto moderato dei cattolici. Il centro come metodo e prospettiva politica
Durante un agosto rovente e pieno di nubifragi, si stanno chiudendo le liste elettorali e intanto il 25 settembre, giorno delle elezioni, si fa sempre più vicino. I nodi venuti al pettine hanno stupito l’opinione pubblica, ma era tutto già scritto: una legge elettorale inadeguata, la riduzione dei parlamentari, la scelta dei candidati da parte dei segretari di partito, i conflitti interni ai partiti, le esclusioni eclatanti da gestire e l’imposizione di candidati lontani dai territori in cui dovranno farsi eleggere. Sono state depositate 75 liste, ma sulla scheda ne compariranno soltanto una quindicina. Si coaguleranno nella “rosa dei venti” politica, che si è formata dopo la caduta del Governo Draghi, la destra della Meloni, la sinistra di Letta, il “nord” (politico) rappresentato dal terzo polo di Calenda e Renzi e il “sud” voluto dal Movimento 5 Stelle di Conte. Il dato politico più incerto è il destino dell’area moderata, sempre più orfana di appartenenza, di rappresentanti e di riferimenti culturali. Eppure, questo bacino di consenso che ha storicamente nutrito la democrazia italiana include ancora milioni di voti provenienti in gran parte dal mondo cattolico ma anche da chi si astiene. Continua la lettura dell’editoriale di Francesco Occhetta sul sito di Comunità di Connessioni