“In Cristo risorto tutta la vita risorge”
“In Cristo risorto tutta la vita risorge”.
Così la Chiesa canta nel secondo dei prefazi della Pasqua. Così questo canto pasquale di gioia Vi raggiunga tutti. Lo accompagno e commento con tre segni che la Pasqua porta con sé: la luce, l’acqua, il canto dell’alleluia.
Il segno della luce
Come la creazione di Dio comincia con il comando “Sia la luce” (Gn 1,3), così nella Veglia Pasquale Dio ha ripetuto il comando “Sia la luce”, rivolgendosi a Gesù. Nella sua risurrezione egli sconfigge la morte e risplende sul mondo intero come “sole di giustizia” (Ml 3,20). È questa una luce che è grazia e salvezza, ma è nello stesso tempo per ciascuno responsabilità. Nei primi secoli i battezzati erano chiamati illuminati. Illuminati dalla resurrezione di Cristo per mezzo del Battesimo ricevuto. Questo dono dell’essere illuminati sfocia nel compito di illuminare gli altri. E diviene per ciascuno la missione di essere luce! Come incita il Signore: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16)
L’acqua, il secondo segno
Da un lato c’è l’acqua del mare, che, per chi è chiamato a navigare, si configura come continua minaccia alla vita, ed è così simbolo di morte. L’acqua ci rimanda, quindi, in primo luogo, alla morte di Gesù: Cristo crocifisso è disceso nelle acque della morte. Ma, dall’altro lato, la morte non l’ha imprigionato. Anzi! Dalla morte, Egli è risorto, divenendo così sorgente di vita. Ciascuno di noi, perciò, con il Battesimo, non solo è rigenerato a vita nuova, ma anche riceve il dono e il compito di diventare fonte di vita per gli altri, come Gesù stesso ha affermato: “Chi crede in me… dal suo grembo sgorgheranno fiumi d’acqua viva” (Gv 7,38). Questo è il secondo compito: essere fonte d’acqua di vita per gli altri!
Infine, il canto dell’alleluia
Se noi siamo toccati dalla luce della risurrezione e se siamo a contatto con la vita vera, che ha la sua sorgente in Dio, non possiamo limitarci più solo a parlare: sentiamo irresistibile il bisogno di esprimere nel canto tutta la gioia per lo stupore e per la grandezza del dono ricevuto. Noi cristiani intoniamo la stessa melodia; essa diventa il nostro canto perché anche noi, mediante la potenza di Dio, siamo stati tratti dall’acqua e condotti alla vera libertà. Cantiamo, dunque, l’alleluia della nostra vita di redenti e contagiamo le persone che ci circondano con questo canto pasquale.
Sì, è proprio vero:“In Cristo risorto tutta la vita risorge”.
Concludo e faccio mie le parole di Papa Francesco nell’ Evangelii Gaudium, al numero 3: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare «settanta volte sette» (Mt 18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!”
Buona Pasqua!
padre Marco