Nel cimitero di Novara una targa per ricordare i bambini non nati
Come apparso sull’edizione del 10 novembre della stampa diocesana, verrà posta una lapide nel campo dei bambini non nati del cimitero urbano di Novara. Nel cimitero di Novara la prassi dell’onore verso i bambini non nati è praticata da lungo tempo (le date delle inumazioni offrono la possibilità di riconoscere il luogo dove sono sepolti i resti). Questo gesto è stato costantemente apprezzato attraverso l’amore, la presenza e il ricordo di tanti genitori, famigliari e cittadini che onorano le piccole tombe con fiori e segni d’affetto. Ora la cura delle aree cimiteriali prevede l’estumulazione di alcune tombe per una migliore gestione degli spazi, ma resterà il ricordo attraverso la lapide, che verrà apposta a cura del comune di Novara.
Come indicato dai servizi cimiteriali del comune di Novara, l’Associazione Difendere al Vita con Maria offrirà un accompagnamento spirituale secondo il rito della Chiesa cattolica. La stessa Associazione mette a disposizione delle famiglie una guida pratica con le modalità per la richiesta di sepoltura. Chi desiderasse la presenza di un ministro di altra confessione potrà personalmente predisporlo. Chi invece non volesse fare riferimento a nessuna confessione religiosa, potrà accompagnare il suo bambino non nato con l’affetto e l’onore di un gesto privato.
Dare sepoltura è un atto di onore e di pietà verso bambini non nati indipendentemente dalle cause, come insegna il magistero della Chiesa nell’istruzione Donum vitae (22 febbraio 1987): «I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani». Tale assunto è ribadito dalla successiva istruzione Dignitas personae (8 settembre 2008). Il seppellimento trova invece la sua natura giuridica nel Decreto del Presidente della Repubblica 285/1990 (capo I art. 7): «A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane». Ciò costituisce anche un gesto di attenzione verso le donne coinvolte, che spesso subiscono traumi psicologici e possono esserne confortate e sostenute.