Credere, sperare e amare: i tre verbi del mese di gennaio dedicato alle vocazioni
Gennaio, che per tradizione nella nostra diocesi e? il “Mese vocazionale”, si colloca quest’anno all’inizio di un percorso particolare, quello del Giubileo 2025 “Pellegrini di speranza”. In questo mese tutte le comunita? sono invitate a pregare per tutte le vocazioni e domenica 26 gennaio, in occasione della Giornata del Seminario, in particolare per le vocazioni sacerdotali.
Per l’animazione vocazionale di questo mese l’Ufficio per la Pastorale Giovanile e Vocazionale della diocesi propone alle comunita? un sussidio pastorale in cui si vorrebbe dare risalto ai tre verbi credere, sperare e amare. Sono le tre parole scelte dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni per declinare gli elementi essenziali del Giubileo in chiave vocazionale:
«In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare» (Francesco, Spes non confundit, 3).
La citazione di sant’Agostino contenuta nel testo della Bolla di Indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 riporta l’attenzione alla radice di ogni vocazione e permette di lavorare – dal punto di vista della pastorale vocazionale – sugli itinerari di fede e di discernimento che bene si coniugano con il pellegrinaggio a Roma cui il Santo Padre invita a intraprendere come un cammino di conversione e di speranza che
«ci aiuti a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella societa?, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignita? di ogni persona e nel rispetto del creato. La testimonianza credente, continua – la nostra vocazione, potremmo dire – possa essere nel mondo lievito di genuina speranza, annuncio di cieli nuovi e terra nuova (cf. 2Pt 3,13) dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli, protesi verso il compimento della promessa del Signore» (Francesco, Spes non confundit, 25).
“Credere, sperare e amare” richiamano le tre dimensioni con cui il cristiano aderisce alla chiamata di Dio ovvero la fede, la speranza e la carita?, riconosciute dalla teologia come le tre virtu? teologali. Queste tre dimensioni della vita di grazia si comprendono solo nella loro circolarita?, in cui la speranza ha un ruolo importante: essa e? il fermento della fede ed e? cio? che sostiene e stabilizza la carita? nelle opere e nei giorni. La speranza e? un atteggiamento vocazionale fondamentale, riguarda piu? da vicino il futuro, ma riscatta anche il passato e il presente: rivolta al passato puo? redimerne le ferite e promuoverne le possibilita?, aperta al futuro ne scioglie il bando che il destino sembrerebbe avere posto sopra la storia umana con i drammi che si sentono ogni giorno, ancorata nel presente li? trova lo spazio per la sua azione. La speranza aiuta discernere il meglio che le cose ospitano, spesso taciuto, dimenticato e invisibile. Clicca per ascoltare i tre video: