Pastori e Laici insieme nella cura del Popolo di Dio: le parole del nostro vescovo per il nuovo anno pastorale

«Dobbiamo portare nel cuore la ferita di tutte le persone sofferenti sotto il peso di una vita piena di cose e povera di gesti di amore e di carità. Dobbiamo sentire la lacerazione che attraversa l’attuale indifferenza per il senso della vita, dove se chiedi a una persona chi sei, donde vieni, dove vai, per che cosa lotti, ti risponde: sono Mario Rossi, vengo da casa, vado al lavoro quando ce l’ho, e torno malvolentieri stanco e sfiduciato a sera. Dobbiamo lasciarci toccare dai molti giovani che rinviano il loro diventar grandi perché noi adulti rallentiamo il loro accesso al banchetto della vita ed essi si perdono nelle notti desolate dei fumi e della trasgressione. Siamo pastori a cui brucia il cuore per tutto questo, o siamo anche noi attraversati dal sottile inganno che così va il mondo e non ci si può fare nulla?».

Lo ha detto il vescovo Franco Giulio Brambilla rivolgendosi ai  sacerdoti nell’omelia della Messa del Crisma oggi, giovedì 29 marzo.  Il vescovo ha delineato la strada per rimettere al centro del ministero sacerdotale l’elemento fondante dell’essere ordinati: «la cura del popolo di Dio» . Tre le «piste essenziali» che ha indicato: «la cura pastorale del popolo di Dio»; la «formazione dei cristiani testimoni»; la «riforma spirituale della vita del clero».

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