Venerdì dopo le Ceneri. La Parola di Dio di questo giorno e la Via Crucis come proposta di meditazione personale
Miei cari,
come ieri, vi invio un pensiero per questo Venerdì dopo le Ceneri, in cui permane il digiuno eucaristico. In questo giorno ci è chiesta inoltre l’astinenza. Non si tratta tanto di creare occasioni straordinarie; piuttosto di offrire quelle circostanze quotidiane che più ci pesano; di accettare con umiltà, serenità e gioia, i vari contrattempi che ci si presentano nella vita quotidiana, approfittando di essi per unirci alla croce del Signore. Così pure, il rinunciare a cose pur legittime ci aiuta a vivere in modo più distaccato dalle cose. Il frutto di queste rinunce e sacrifici possiamo trasformarlo in elemosina per i poveri. Oggi vi suggerisco di fare la Via Crucis personalmente, meditando sul grande dono che è Gesù Cristo, che si consegna alla morte per noi. Questa diviene la fonte di meditazione per ciascuno. Come sempre la chiesa resta aperta e accessibile dalle 7,30 alle 17,30. Anche oggi suonerò la campana maggiore alle 18 per indicare l’inizio della Messa che celebro da solo ma in comunione spirituale con tutti voi, e, a conclusione della stessa, ancora suonerò le campane a distesa per indicarne la fine. Come ieri uscito e darò la benedizione al Quartiere. Durante la messa le porte della Chiesa resteranno spalancate, anche se l’accesso non è consentito; resta attivo attivo ancora il microfono esterno: chi passa può ascoltare così la messa, anche se non sarà possibile fermarsi in gruppo.
Ecco dunque la Parola di Dio di oggi:
Dal libro del profeta Isaìa cap. 58, vv. 1-9a
Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: “Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?”. Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».
Dal salmo 50
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
Dal Vangelo secondo Matteo cap. 9 vv. 14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
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Vi abbraccio e vi benedico
Vostro Padre Marco