Paternità Responsabilità Benedizione: Solennità di San Giuseppe 2020

Il sogno di Giuseppe – Varallo Sacro Monte

Miei cari,

oggi solennità di San Giuseppe, patrono universale della Chiesa, festa dei papà, ci offre due spunti di riflessione, collegati fra loro. Il primo è legato alla memoria popolarissima del culto del padre putativo di Gesù, con una riflessione sul vangelo di oggi (Matteo 1,16.18-21.24). Il secondo, invece, riguarda la figura del padre nella nostra società occidentale, con una proposta video su RaiDue domenica 22 marzo alle 9.

1.

Parto dal primo, prendendo come sempre un versetto solo del Vangelo che ci è offerto dalla liturgia del santo: «Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore» (Mt 1,24).

Lo commenterei così.

Giuseppe è il modello di tutti coloro che, quale che sia il loro ambito di vita, si assumono pienamente le RESPONSABILITÀ che ne sono conseguenti. Dio si rivela a questo uomo nella forma tipica che conosce la Scrittura quando Dio manifesta cose grandi e importanti mediante il sogno e l’angelo, chiedendo liberamente a Giuseppe una risposta. Giuseppe ha ascoltato la Parola che lo chiama, ha avuto il Messaggio che lo impegna, si fa avanti senza discussioni nella fiducia totale nel Signore e risponde affermativamente, anche se tutto non gli ancora è chiaro. Ha una fede semplice in Dio. Perché, infatti, dovrebbe dubitare di Dio, visto che il Dio di Israele, il Dio delle Promesse, è Colui che ha camminato accanto al suo popolo? La Storia di Israele non è forse piena di interventi, che ne mostrano la vicinanza attiva? A partire da questa memoria grata e riconoscente nei confronti del Dio delle Promesse e dell’Alleanza, RISPONDE AFFERMATIVAMENTE, assumendosi la RESPONSABILITÀ del caso in cui si trova: la salvezza del Bambino Gesù e di sua Madre, Maria. La Scrittura lo definisce, perciò e a buon diritto, giusto, che è sinonimo di BENEDIZIONE e SANTITÀ.

Giuseppe diventa così il MODELLO di tutti coloro che si fanno avanti nell’assumersi, con coraggio e riconoscenza ma anche con timore e “senza paura di aver paura”, le loro RESPONSABILITÀ, piccole o grandi, ordinarie e straordinarie che la vita offre loro; RESPONSABILITÀ per una famiglia o per una comunità, per un’azione educativa o per un’attività produttiva e di lavoro, …

Tutti coloro che fanno come Giuseppe sono, dunque, BENEDETTI.

SIANO BENEDETTI quelli che sognano un futuro migliore e, con RESPONSABILITÀ, operano da un’intuizione, da un ragionamento o da un confronto che li raggiuge. SIANO BENEDETTI quelli che si sentono chiamati da qualche angelo di Dio, concependo, con RESPONSABILITÀ, la vita come una vocazione e come una missione, che non si sentono, cioè, clienti che pretendono di essere serviti, che non si sentono vittime delle circostanze incapaci di reagire, che non si sentono vivi per essere serviti. SIANO BENEDETTI coloro che avendo stima di sé e fiducia nelle loro capacità, con umiltà e realismo, si fanno avanti e, senza troppe parole, mettono mano all’impresa con RESPONSABILITÀ, a partire dalla situazione in cui vivono, buona o cattiva che sia. SIANO BENEDETTI quelli si fanno avanti per una RESPONSABILITÀ e la esercitano con giustizia, senza rassegnarsi all’inerzia. SIANO BENEDETTI coloro che preferiscono la fatica impegnata a costruire qualche cosa, piuttosto che il quieto vivere che lascia che il mondo vada per la sua strada.

Come possono fare tutto questo? Hanno fiducia in Dio e nella sua provvidenza. Vivono in Grazia di Dio. Sanno di quali risorse dispongono e sanno anche dei loro limiti. Sanno che molto non dipende da loro, sanno che non tutto è programmato, né programmabile, né garantito, ma si fidano di Dio e si fanno avanti. Hanno esperienza, hanno imparato un mestiere e possono esercitarlo bene; hanno imparato a organizzare il loro tempo e possono curarsi della loro famiglia, della loro attività lavorativa e trovano tempo anche per il servizio alla comunità. Tutti coloro che fanno come Giuseppe SIANO BENEDETTI.

2.

Vengo al secondo punto: la festa di san Giuseppe è legata anche al ricordo del papà.

Parto allora da una constatazione: l’eclissi della figura paterna, del principio positivo di autorità e delle differenze di genere.

È da circa 120 anni che vi è nell’Occidente un attacco frontale alla figura paterna e al principio di autorità che, con una battaglia senza tregua, ne ha portato alla rimozione, sino a giungere alla distruzione. Se non è il luogo di ripercorrerne le vicende, pare opportuno farvi mente locale, limitandosi a citarne quattro passaggi fondamentali: Freud e la rimozione della figura paterna, ripresa poi dalla Scuola di Francoforte, dalle teorizzazioni di Mitscherlich, sino a giungere alla teoria del Gender, con il chiaro tentativo di distruggere le differenze di genere fra maschile e femminile, creando un individuo indistinto.

Ci si domanda allora: a chi e a che cosa è giovato tutto questo? Forse al futuro di quella “società liquida”, descritta dalla sociologia nella quale gli individui sono “casuali”, le relazioni “fluttuanti”, le identità “deboli”? Ma è proprio questa la via che l’Occidente intende continuare a percorrere, di fronte al caos che si è creato e che è sotto gli occhi di tutti?

Occorre farsi carico di questa situazione, guardare agli effetti del nostro sistema educativo, richiamare tutti ad un principio di RESPONSABILITÀ, che come dice il termine stesso stessa, offra una risposta consapevole non solo a parole ma anche nei fatti.

A questo proposito vi suggerisco di seguire – abbiamo il tempo – Padri oggi, “Sulla via di Damasco”, in onda domenica 22 marzo, alle 9, su RaiDue. Collegato via skype con Eva Crosetta, Gianluigi De Palo, papà di 5 figli, Presidente Nazionale del Forum Associazioni Familiari, con il suo contributo di vita e di impegno civico, tratterà della figura del papà in questa società “senza padri”, “liquida”, che sembra aver perso l’orientamento.

3.

Concludo.

Per me, cristiano, la figura di san Giuseppe, così come è descritta nel vangelo della festa, come le conseguenze che poco sopra vi ho enucleato, ci offre un appiglio e qualche suggerimento pratico ad uscire da questa situazione. Che sia questa la volta buona per ripensare al nostro stile di vita?

Che San Giuseppe, il più grande intercessore, dopo Maria Santissima, ci soccorra e ci aiuti.

Vi abbraccio e vi benedico

Vostro padre Marco

 

Novara, 19 marzo 2020

Solennità di San Giuseppe

VIII anniversario dell’inizio del ministero petrino del Santo Padre Francesco