Papa Francesco: Dio è il nostro alleato fedele, a Lui possiamo dire e chiedere tutto
All’udienza generale nella Biblioteca del Palazzo apostolico il Papa riflette sulle caratteristiche della preghiera cristiana, la voce di un piccolo “io” che cerca un “Tu” . Nei saluti il Papa ricorda il 100.esimo della nascita di San Giovanni Paolo II, il 18 maggio, e rinnova la sua adesione alla giornata di preghiera, digiuno e opere di carità di domani.
“La preghiera del cristiano”; è il tema della catechesi all’udienza generale di questa mattina, la seconda con cui il Papa desidera approfondire che cos’è la preghiera. E la costatazione iniziale di Papa Francesco è che l’atto del pregare “appartiene a tutti: agli uomini di ogni religione, e probabilmente anche a quelli che non ne professano alcuna”. E dice che essa “nasce nel segreto di noi stessi”, nel nostro cuore, parola che racchiude ogni nostra facoltà, emozione, intelligenza e anche il corpo. “È dunque tutto l’uomo che prega – osserva il Papa – se prega il suo “cuore”. La preghiera è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro. E dobbiamo sottolineare questo: avverte la nostalgia di un incontro, quella nostalgia che è più di un bisogno, più di una necessità; è una strada, una nostalgia di un incontro. La preghiera è la voce di un “io” che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un “Tu”. L’incontro tra l’“io” e il “Tu” non si può fare con le calcolatrici: è un incontro umano e si procede a tentoni, tante volte, per trovare il “Tu” che il mio “io” sta cercando … La preghiera del cristiano nasce invece da una rivelazione: il “Tu” non è rimasto avvolto nel mistero, ma è entrato in relazione con noi. Continua la lettura dell’articolo di Adriana Masotti sul sito di Vatican News.