Il Papa: la pandemia susciti in noi compassione e cura verso chi soffre

Nell’omelia preparata per la celebrazione dei Vespri con il canto del Te Deum – letta dal cardinale Re che ha presieduto la cerimonia al suo posto per la sciatalgia che lo ha costretto a riposo – Francesco invita a trovare un “senso” al dramma che ha segnato il 2020, quei “gesti di vicinanza e solidarietà” nei riguardi dei malati e di chi è stato colpito dagli effetti del Covid-19
Il “senso” di un dramma come la pandemia che ha segnato questo anno che si chiude, si può forse trovare nel “suscitare in noi la compassione” e provocare “atteggiamenti e gesti di vicinanza, di cura, di solidarietà”, come è successo e succede a Roma, in questi mesi, con tante persone che, “senza fare rumore, hanno cercato di fare in modo che il peso della prova risultasse più sopportabile” con un impegno quotidiano “animato da amore per il prossimo”. Sono le parole dell’omelia che Papa Francesco ha preparato per la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria Madre di Dio, con il canto di ringraziamento del Te Deum per l’anno trascorso, lette dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, che ha presieduto il rito al posto del Pontefice, bloccato da una dolorosa sciatalgia. Tra i partecipanti alla celebrazione, tutti distanziati e con mascherina, anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Continua la lettura dell’articolo di Alessandro Di Bussolo sul sito di Vatican News