La paternità: Così cambiano i padri
Da padrone ad assente, a “mammo”: la verità di un ruolo trasformato
Lunga storia quella dei padri. E in un certo senso, per molto tempo, monotona. Secoli e secoli di un rapporto che — pur senza ignorare l’amore — era caratterizzato dall’autorità e dal potere. Autorità indiscutibile, talvolta derivante addirittura da Dio, talaltra dalle istituzioni. Potere immenso, esteso in tutti i campi, da quello economico a quello religioso, a quello giudiziario. Fu così nei lunghi secoli del dominio di Roma, quando ai padri spettava lo jus vitae et necis, il diritto di vita e di morte sulla prole e l’autonomia di un figlio era pressoché nulla finché il pater familias era in vita. Patria potestas, la chiamavano i Romani, e gli autori latini ci hanno lasciato impressionanti esempi di questo smisurato potere. Quasi sempre con tono di compiacimento, raramente di condanna. Nel II secolo d.C. il giurista Gaio riassume così, con orgoglio, la patria potestas: «Non ci sono altri uomini al mondo che hanno sui figli lo stesso potere che abbiamo noi». Continua la lettura dell’articolo di di Maurizio Quilici Fondatore e presidente dell’Istituto Studi sulla paternità, collaboratore della Società italiana di psicologia, ex caporedattore dell’Ansasu l’Osservatore Romano