Dopo il “Direttorio catechistico generale” del 1971 e il “Direttorio generale per la catechesi” del 1997, viene pubblicato oggi il nuovo “Direttorio per la catechesi”, redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. Il documento è stato approvato da Papa Francesco il 23 marzo 2020, memoria liturgica di San Turibio di Mogrovejo che, nel XVI secolo, diede forte impulso all’evangelizzazione e alla catechesi
È lo stretto legame tra evangelizzazione e catechesi la peculiarità del nuovo Direttorio che sottolinea l’unione tra primo annuncio e maturazione della fede, alla luce della cultura dell’incontro. Tale peculiarità – si spiega – è quanto mai necessaria di fronte a due sfide per la Chiesa, in epoca contemporanea: la cultura digitale e la globalizzazione della cultura. In oltre 300 pagine, suddivise in 3 parti e 12 capitoli, il testo ricorda che ogni battezzato è discepolo missionario e che urgono impegno e responsabilità per trovare nuovi linguaggi con cui comunicare la fede. Tre i principî basilari lungo i quali si può agire: la testimonianza, perché “la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione”; la misericordia, catechesi autentica che rende credibile l’annuncio della fede; e il dialogo, quello libero e gratuito, che non obbliga ma che, partendo dall’amore, contribuisce alla pace. In questo modo – spiega il Direttorio – la catechesi aiuta i cristiani a dare un significato pieno alla propria esistenza.
La formazione dei catechisti
Nella sua prima parte, intitolata “La catechesi nella missione evangelizzatrice della Chiesa”, il testo si sofferma in particolare sulla formazione dei catechisti: affinché siano testimoni credibili della fede, essi dovranno “esserecatechisti prima di fare i catechisti” e quindi dovranno operare con gratuità, dedizione, coerenza, secondo una spiritualità missionaria che li tenga lontani dallo “sterile affanno pastorale” e dall’individualismo. Maestri, educatori, testimoni, i catechisti dovranno accompagnare con umiltà e rispetto la libertà altrui. Al contempo, bisognerà “vigilare con determinazione perché sia garantita ad ogni persona, specialmente ai minori e alle persone vulnerabili, la protezione assoluta da qualsiasi forma di abuso”. I catechisti sono inoltre invitati ad adottare uno “stile di comunione” e ad essere creativi nell’uso di strumenti e linguaggi.Continua la lettura dell’articolo di Isabella Piro sul sito di Vatican News